Low-Tech: Tara Tari e Gold of Bengala

Parlando di Low –Tech: Tara Tari e Gold of Bengala

Eravamo rimasti al “hi- qualcosa”, quando si pensava alla tecnologia dico. Ad imbarcazioni il più possibile veloci, performanti, svuotate di ogni orpello. Il nuovo come fosse minimale, sempre e comunque ed essenziale. Il progetto Gold of Bengala e l’imbarcazione Tara Tari partono da un concetto di low-tech: recuperare quello che esiste già e rivisitarlo. E allora perché non pensare a un generatore a pedali o a produrre energia eolica con materiale riciclato e così via? Ottima idea pensiamo, specialmente quando a casa si accumula un po’ di tutto e non si sa che farne, non sarebbe male risparmiare in elettricità facendosi una pedalata dal salotto!

Qui però non siamo a casa e Tara Tari è una vera e propria barca, che ricorda le imbarcazioni classiche da pesca del Bangladesh. L’avevamo vista qualche anno fa al Salone Nautico di Parigi,  fatta di juta e resina poliestere con l’aggiunta di materiale riciclato. Il primo pensiero è stato: ma come cavolo ha fatto a navigare per ben 9.000 miglia tra l’Oceano Indiano, il Mediterraneo e il Mar Rosso?  Corentin de Chatelperron, navigatore solitario di 27 anni, ha portato Tara Tari fino in Francia dimostrando che è possibile navigare con una barca low-tech. Sul sito dell’associazione Gold of Bengala si trovano tutte le info del progetto. La loro missione è di trovere soluzioni semplici e ingegnose di poco impatto ambientale e sociali, tanto che curiosando sul loro sito nella parte “Nomades des Mers” ad ogni domanda su come sia possibile avere un frigo solare o coltivare in aeroponia in barca cliccando si trova la risposta insieme ad altre proposte e soluzioni fantasiose. Ci piace molto questa formula partecipata per un Low-social-Tech:)

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